Prestazione energetica degli edifici

L’ indice in dica quanta energia viene consumata affinché l’edificio (o l’unità immobiliare) raggiunga le condizioni di comfort secondo i servizi energetici presenti e dal tipo di immobile, considerando un utilizzo standard.

Dall’1 Ottobre 2015 secondo le linee guida per la certificazione energetica DM 26-06-2015 la prestazione energetica dell’immobile è espressa attraverso l’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile che comprende:

  • la climatizzazione invernale (EPh,nren)
  • la climatizzazione estiva (EPc,nren)
  • la produzione di acqua calda sanitaria (EPw,nren)
  • la ventilazione meccanica (EPv,nren)
  • l’illuminazione artificiale (EPl,nren), per gli immobili non residenziali
  • il trasporto di persone o cose (EPt,nren), per gli immobili non residenziali

L’unità di misura per l’indice di prestazione energetica è il kWh/m2 anno. Il simbolo utilizzato e definito dalla legge a livello europeo è l’EPgl (Global Energy Performance – Indice di prestazione energetica globale). Spesso negli annunci immobiliari viene scritto IPE (o I.P.E.) che è l’acronimo in italiano per indicare l’Indice di Prestazione Energetica.

Calcolo negli edifici senza impianti

Il calcolo della prestazione energetica si basa sui servizi effettivamente presenti nell’unità immobiliare o edificio in oggetto. Nel caso di assenza di impianti di climatizzazione invernale e, nel solo settore residenziale, di produzione di acqua calda sanitaria si procede a simulare tali impianti in maniera virtuale, considerando che siano presenti impianti standard con le caratteristiche indicate nel DM 26-06-2015

Procedura di calcolo

Le linee guida definiscono quali sono le procedure di calcolo dell’APE e in quali casi vanno applicate ad edifici esistenti o a edifici nuovi. Sono previste 2 procedure

  1. Procedura di calcolo da progetto: i dati vengono reperiti dal progetto energetico (relazione energetica ex “legge 10”). Si applica in caso di nuovi edifici o “ristrutturazioni importanti” (definizione presente nel D.Lgs 192/05 art.2) e per gli AQE (Attestato di Qualificazione Energetica)
  2. Procedura di calcolo da rilievo: i dati vengono reperiti dal sopralluogo, dall’analogia con edifici simili e da banche dati o abachi nazionali. Si applica agli edifici esistenti che necessitano della certificazione energetica o comunque sottoposti ad interventi di “ristrutturazione importante”

I dati di ingresso, sia derivanti dal rilievo che dalla relazione energetica, devono essere conservati dal certificatore energetico per eventuali controlli e verifiche.

Il metodo di calcolo adottato si basa sulla normativa tecnica UNI TS 11300 e può essere applicato a tutti gli edifici.

Il calcolo dell’APE convenzionale per il Superbonus

L’APE per il Superbonus, sebbene segua tutte le normative di calcolo di un APE tradizionale come la UNI TS 11300, ha delle differenze rispetto ad un APE che deve essere utilizzato per locazione o compravendita.

Per l’APE convenzionale, come definito dal Decreto Requisiti Tecnici del MiSE, la classe energetica è determinata, nel caso di condominio, sull’intero edificio ed è calcolata come somma dei prodotti dei corrispondenti indici delle singole unità immobiliari per la loro superficie utile e dividendo il risultato per la superficie utile complessiva dell’intero edificio.
Semplificando, nel caso di condominio, corrisponde all’APE di tutto l’edificio considerando tutti i servizi presenti, sia centralizzati che autonomi (caldaie, pompe di calore, scalda acqua ecc..).

Nel caso di unità immobiliari che rientrano nella definizione di funzionalmente indipendenti e con almeno un accesso autonomo, l’APE convenzionale sarà invece del singolo appartamento che dovrà fruire del Superbonus.

L’APE convenzionale non deve essere registrato alla Regione ma deve essere allegato all’asseverazione Superbonus, nella situazione ante e post interventi migliorativi per garantire il salto di due classi energetiche.

Non può essere quindi utilizzato per locazione o dal notaio per una compravendita.

I servizi da considerare sono solo quelli relativi alla situazione ante interventi migliorativi. Se quindi viene aggiunto il servizio di raffrescamento prima non presente (tipo condizionatori), quest’ultimo non deve essere inserito nell’APE convenzionale post interventi migliorativi e non inciderà quindi sul salto delle due classi energetiche. Rientrerà sicuramente nell’APE standard se necessario dopo la fine lavori.

Vuoi avere maggiori informazioni sul Superbonus? Consulta il nostro articolo con tutte le ultime novità Superbonus 110 % – Detrazioni fiscali per l’efficientamento energetico ed il sisma.

Se hai necessità di valutare il salto delle due classi con l’APE convenzionale e richiedere uno studio di prefattibilità con tutte le verifiche per ottenere il Superbonus

La classe energetica indica sinteticamente, secondo alcuni parametri dipendenti anche dalla località in cui si trova l’edificio, dalla sua forma (rapporto S/V), dall’orientamento e dalle caratteristiche termiche, la qualità energetica ed il consumo dell’edificio.

L’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile (EPgl,nren) invece è il valore più preciso da cui deriva l’attribuzione della classe energetica e che indica l’energia totale consumata dall’edificio climatizzato per metro quadro di superficie ogni anno.

Negli annunci immobiliari va inserito sia il valore EPgl,nren (spesso chiamato IPE), sia la prestazione energetica dell’involucro, sia la classe energetica, secondo le linee guida per la certificazione energetica DM 26-06-2015 e il D.Lgs. 192/2005.

La classe energetica con l’EPgl,nren insieme definiscono la targa energetica dell’appartamento o dell’edificio.

La prestazione energetica dell’involucro corrisponde alla qualità termica e inerziale dell’insieme delle murature e solai esterni dell’unità immobiliare. Si calcola distintamente in estate e in inverno ed è identificata nella prima pagina dell’APE dalle “faccine” tristi o sorridenti.

Spesso si notano annunci che riportano la classe energetica G con prestazione pari a 175 kWh/m2 anno, questo fenomeno è dovuto probabilmente ad un passaparola (errato) tra gli operatori immobiliari. Si pensa infatti che il peggiore risultato relativo alla classe G di un immobile sia appunto la prestazione pari a 175. Non è così! O meglio, con l’attuale normativa nazionale la classificazione non dipende da degli intervalli definiti.

Un immobile potrebbe avere 150 kWh/m2 anno ed essere in classe C, mentre un altro immobile, magari localizzato in un altro comune, potrebbe essere in classe D o G.

Scrivere un annuncio riportando la classe errata comporta sanzioni per chi lo ha pubblicato.

Cosa trovo nell’APE?

Ricapitolando la classe energetica mi dice se l’appartamento è “buono” dal punto di vista termico e di efficienza energetica. L’ EPgl moltiplicato per i metri quadri dell’appartamento invece mi dice quanto potrei consumare in un anno.

Come faccio a capire dall’APE in termini di spesa energetica quanto mi potrebbe costare un appartamento in un anno?

Quest’ultima indicazione é sicuramente più tangibile per valutare una compravendita o soprattutto per capire se prendere in affitto un appartamento. Prendiamo ad esempio un APE di un appartamento in classe G di circa 75 m2, caldaia standard a gas metano per la produzione di acqua calda e il riscaldamento degli ambienti. Nella pagina 2 dell’APE sono riportati i consumi annui di combustibile stimati. In questo caso sono riportati 1102 Sm3 (cioè metri cubi di gas). Se prendiamo un costo medio del gas di 0,90 €/Sm3, l’APE ci dice che in un anno l’appartamento dovrebbe costare circa 990 € l’anno per il riscaldamento e l’acqua calda.

Va specificato sicuramente che si parte da un consumo stimato per un utilizzo standard e nella realtà il consumo cambia da stagione a stagione, a seconda di quanto si voglia tenere accesa la caldaia, la temperatura impostata che si vuole nelle stanze, se la stagione è più rigida del solito etc. Resta comunque una buona indicazione per avere un ordine di grandezza della spesa annuale che si potrebbe affrontare.

Interventi migliorativi

Nell’APE è obbligatorio riportare dei possibili interventi da effettuare per migliorare l’unità immobiliare e per ridurre i consumi. A pagina 2 troviamo infatti anche le “Raccomandazioni” del tecnico con gli interventi migliorativi consigliati. Nella tabella viene riportata la descrizione dell’intervento, la nuova classe energetica corrispondente con il nuovo EPgl e la stima del ritorno di investimento.

Tra gli interventi migliorativi possono rientrare per esempio:

  • Coibentazione dell’involucro come un cappotto termico o l’isolamento della copertura
  • La sostituzione dell’impianto, sia esso centralizzato o autonomo, come passare da una caldaia standard a una a condensazione
  • Sostituzione delle finestre
  • Installazione di pannelli solari o fotovoltaici

Riprendiamo l’appartamento in classe G di 75 m2.

Il tecnico in questo caso ha consigliato la sostituzione della caldaia standard con una a condensazione (si raggiunge la classe F)e la coibentazione dell’involucro con cappotto termico (si raggiunge la classe E). Con entrambi gli interventi arriviamo alla classe D con un ritorno di investimento stimato in 8 anni grazie anche alle detrazioni fiscali tra cuil’ECOBONUS, che parte dal 50% e arriva fino al 75% a seconda dell’intervento e al BONUS FACCIATA del 90%.

Se vuoi informazioni in merito o vuoi riqualificare il tuo condominio o il tuo appartamento chiamaci ai numeri che trovi nella pagina Contatti.

Come si determinano le classi energetiche

La prestazione energetica dell’immobile dipende quindi quanto questo è più o meno performante rispetto ad un edificio di riferimento. L’edificio di riferimento ha le stesse caratteristiche geometriche, di esposizione e di localizzazione dell’immobile da certificare ma con parametri energetici performanti equivalenti ad una classe A1.

Immobili migliori dell’edificio di riferimento hanno classi da A1 ad A4Andando dalla fascia B alla G troviamo invece gli immobili sempre meno performanti rispetto all’edificio di riferimento. Prima del 1 ottobre 2015, secondo la normativa nazionale, la differenza tra gli intervalli delle varie classi dipendeva solamente da due variabili: i gradi giorno e il rapporto S/V.

Adesso gli intervalli tra le classi quindi variano continuamente e solo per caso si possono trovare degli intervalli uguali tra diversi certificati energetici. L’attuale classe energetica continua comunque a considerare nel calcolo gli indici climatici della zona che dipendono dai gradi giorno.

Gradi giorno

gradi giorno (GG) sono la somma, estesa a tutti i giorni di un periodo annuale convenzionale di riscaldamento, delle  differenze giornaliere tra la temperatura dell’ambiente e la temperatura media esterna. Per capire cosa sono i grado giorno dobbiamo considerare che in inverno i sistemi di riscaldamento vengono progettati affinchè la temperatura interna delle residenze sia 20°. La differenza tra la temperatura esterna e questo limite di 20°, sommato per tutti i giorni del periodo di riscaldamento previsto per legge, dà i gradi giorno di una località. Maggiori sono i gradi giorno e più rigido è il clima. A Roma i GG sono 1415, a Milano sono 2404, a Palermo 751.

Rapporto S/V

Il Rapporto S/V è il rapporto tra la superficie disperdente ed il volume riscaldato di un immobile. La superficie disperdente comprende le superfici dell’immobile che confinano con l’esterno, con il terreno e con altri ambienti non riscaldati.

La vecchia normativa nazionale, considerando questo valore nella determinazione dei limiti per le classi energetiche, permetteva ad edifici complessi, con molte rientranze e quindi con maggiore S/V di essere comunque competitivi in termini di classe energetica rispetto ad edifici più compatti. Anche oggi il confronto con l’edificio di riferimento (che ha lo stesso rapporto S/V) richiesto dalla nuova normativa non penalizza in termini di classe energetica gli edifici con maggiore superficie disperdente.

Questo potrebbe essere considerato un errore: bisognerebbe svantaggiare chi progetta edifici poco compatti perchè intrinsecamente più energivori avendo maggiore superficie disperdente rispetto al volume riscaldato. La Certificazione Casaclima infatti ragiona in maniera differente dalla normativa nazionale e valorizza gli edifici più compatti.

Può succedere quindi che edifici situati nello stesso comune, con la stessa prestazione energetica (e quindi stesso consumo specifico per metro quadro) possono ricadere in classi energetiche diverse perchè aventi differenti rapporti S/V.

In definitiva per valutare un immobile è fondamentale considerare con attenzione il valore specifico di consumo EPgl che valuta il consumo dell’immobile in maniera assoluta e quindi in modo più oggettivo.

Targa energetica

La targa energetica indica la classe di efficienza energetica dell’ immobile che mostra velocemente quanto un edificio è attento al risparmio energetico. Le classi sono 10, vanno da G (basso risparmio) ad A4(alto risparmio).

La targa energetica è oggi utilizzata per indicare i consumi degli elettrodomestici, delle lampadine e della maggior parte delle apparecchiature che consumano energia. Con l’APE viene introdotta la targa energetica anche per gli immobili.

A fianco della targa energetica è riportato il valore della prestazione energetica detto “indice di prestazione energetica”.

Le sanzioni

Le sanzioni previste per l’assenza delle informazioni sulle prestazioni energetiche di un immobile nell’annuncio immobiliare variano tra i 500 ed i 3000 euro.

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